Vi propongo due versioni di questa tartare di tonno semplicissime da fare.
Ricordate che è importante congelare il pesce prima di consumarlo crudo.
Questo eviterà al vostro apparato digestivo pericolosi incontri.
Per preparare la tartare mi sono attrezzata con l'apposita formina con pressa, molto comoda, ma in alternativa potete usare uno stampo ad anello per biscotti premendo bene con le mani e un cucchiaio.
Ingredienti per 4 persone:
4 fette di tonno belle spesse
qualche ciuffo d'Insalata valeriana
1 melone piccolo
qualche cucchiaio d'olio extravergine d'oliva
2 pugni di riso bianco lessato ( per la versione con riso) in acqua salata
qualche fogliolina di origano fresco
1 cucchiaio di salsa di soia o shoyu ( se piace altrimenti va bene anche l'aceto balsamico)
Facoltativo: Olive verdi private del nocciolo, capperi sotto aceto ben lavati (usate quelli piccoli).
Per la versione con riso:
Tagliare il tonno con un coltello affilato in pezzi piuttosto piccoli. Metterlo in una ciotola, salarlo, aggiungere l'olio d'oliva, una spruzzata di shoyu o aceto balsamico secondo il vostro gradimento.
Pulire e tagliare il melone in piccoli pezzi, aggiungerlo al tonno.
Preparare sul fondo dello stampino il riso bianco, raggiungendo un centimetro circa d'altezza.
Mettere circa due cucchiai di tonno e melone e pressare, qualche ciuffo di valeriana, il riso, di nuovo il tonno e per ultima ancora la valeriana. Ricordate di pressare bene ad ogni aggiunta.
Nella versione senza riso potete eseguire gli stessi passaggi, finendo con la valeriana.
Tenendo premuto il coperchietto con delicatezza sollevate l'anello e poi sfilatelo. Irrorate con qualche goccia di shoyu.
Servite con insalata fresca, pomodorini, insaporite col sale alle verdure ( vedi post dado casalingo).
Potete variare questa ricetta usando altri tipi di pesce ( salmone, cernia, gamberetti, ecc) e sostituendo il riso con patate lessate e pressate, pane senza crosta, ecc.
Ora una bella poesia di Hermann Hesse:
Il faggio sanguigno
Un giovane faggio sanguigno era
Testimone del mio primo amore,
E quando inventai la mia prima poesia,
Stette a guardare ciò che scrivevo.
Come il faggio sanguigno nessun albero
Può abbandonarsi allo sforzo della primavera, nessuno ha un sogno d'estate cosí vivace
E nessuno un avvizzire cosí brusco.
Un giovane faggio sanguigno sta
In tutti i miei sogni,
Un magico passato soffia
Intorno al mio albero prediletto.