Non so come la pensiate voi ma: Pasta e broccoli con Frank Zappa calzano perfettamente, sono unici come questo piatto e ritengo che non siano per tutti i palati, ma solo per i più esigenti.
Ecco perché vorrei proporvi una pasta e broccoli diversa dal solito.
Passiamo subito agli ingredienti che sono per 4 persone:
- 1spicchio d'aglio,
- 1 o più cavolo broccolo (la quantità dipende un po' dalla grandezza)
- ,1 pezzetto di peperoncino piccante,
- 1 manciata di pinoli e
- 1 di uvetta passa ammollata e sciacquata,
- 4 cm circa di alga kombu ammollata e tagliata a listarelle ( l'alga è facoltativa ma vi assicuro che si sposa molto bene, se siete vegani userete questa al posto delle acciughe)
- 300 gr. di pasta corta( io ho usato ditalini integrali)
- 3 acciughe dissalate sott'olio (non per vegani e vegetariani)
- 1 cucchiaio di olio EVO
Per prima cosa lessate il broccolo. Potete usare solo le rosette e conservare il gambo per un risultato più gradevole alla vista ( con i gambi di broccolo poi si prepara una vellutata magnifica).
Mettete a bagno l'uvetta che strizzerete quando è il momento di usarla.
Mettete a bagno l'alga Kombu e sciaquatela dopo 5 minuti circa. Poi tagliatela a listarelle (potete usare le forbici a più lame per questo lavoro, sono perfette).
Ascoltate Zappa qui sopra e mettete a soffriggere l'aglio nell'olio.
Non lasciatelo annerire ma aggiungete invece l'alga kombu, i pinoli, un mestolo dell'acqua usata per cuocere il broccolo, in cui scioglierete sul fuoco anche le acciughe e anche l'uva passa. Quando le acciughe saranno sciolte completamente mettete i broccoli scolati e fateli insaporire regolando di sale. Aggiungete la pasta e saltate il tutto.
Perfetta direi.
Affianchiamo la ricetta con una degna poesia di Eugenio Montale:
I limoni
Ascoltami, i poeti laureati
si muovono soltanto fra le piante
dai nomi poco usati: bossi ligustri o acanti.
lo, per me, amo le strade che riescono agli erbosi
fossi dove in pozzanghere
mezzo seccate agguantano i ragazzi
qualche sparuta anguilla:
le viuzze che seguono i ciglioni,
discendono tra i ciuffi delle canne
e mettono negli orti, tra gli alberi dei limoni.
si muovono soltanto fra le piante
dai nomi poco usati: bossi ligustri o acanti.
lo, per me, amo le strade che riescono agli erbosi
fossi dove in pozzanghere
mezzo seccate agguantano i ragazzi
qualche sparuta anguilla:
le viuzze che seguono i ciglioni,
discendono tra i ciuffi delle canne
e mettono negli orti, tra gli alberi dei limoni.
Meglio se le gazzarre degli uccelli
si spengono inghiottite dall’azzurro:
più chiaro si ascolta il susurro
dei rami amici nell’aria che quasi non si muove,
e i sensi di quest’odore
che non sa staccarsi da terra
e piove in petto una dolcezza inquieta.
Qui delle divertite passioni
per miracolo tace la guerra,
qui tocca anche a noi poveri la nostra parte di ricchezza
ed è l’odore dei limoni.
si spengono inghiottite dall’azzurro:
più chiaro si ascolta il susurro
dei rami amici nell’aria che quasi non si muove,
e i sensi di quest’odore
che non sa staccarsi da terra
e piove in petto una dolcezza inquieta.
Qui delle divertite passioni
per miracolo tace la guerra,
qui tocca anche a noi poveri la nostra parte di ricchezza
ed è l’odore dei limoni.
Vedi, in questi silenzi in cui le cose
s’abbandonano e sembrano vicine
a tradire il loro ultimo segreto,
talora ci si aspetta
di scoprire uno sbaglio di Natura,
il punto morto del mondo, l’anello che non tiene,
il filo da disbrogliare che finalmente ci metta
nel mezzo di una verità.
Lo sguardo fruga d’intorno,
la mente indaga accorda disunisce
nel profumo che dilaga
quando il giorno più languisce.
Sono i silenzi in cui si vede
in ogni ombra umana che si allontana
qualche disturbata Divinità.
s’abbandonano e sembrano vicine
a tradire il loro ultimo segreto,
talora ci si aspetta
di scoprire uno sbaglio di Natura,
il punto morto del mondo, l’anello che non tiene,
il filo da disbrogliare che finalmente ci metta
nel mezzo di una verità.
Lo sguardo fruga d’intorno,
la mente indaga accorda disunisce
nel profumo che dilaga
quando il giorno più languisce.
Sono i silenzi in cui si vede
in ogni ombra umana che si allontana
qualche disturbata Divinità.
Ma l’illusione manca e ci riporta il tempo
nelle città rumorose dove l’azzurro si mostra
soltanto a pezzi, in alto, tra le cimase.
La pioggia stanca la terra, di poi; s’affolta
il tedio dell’inverno sulle case,
la luce si fa avara – amara l’anima.
Quando un giorno da un malchiuso portone
tra gli alberi di una corte
ci si mostrano i gialli dei limoni;
e il gelo dei cuore si sfa,
e in petto ci scrosciano
le loro canzoni
le trombe d’oro della solarità.
nelle città rumorose dove l’azzurro si mostra
soltanto a pezzi, in alto, tra le cimase.
La pioggia stanca la terra, di poi; s’affolta
il tedio dell’inverno sulle case,
la luce si fa avara – amara l’anima.
Quando un giorno da un malchiuso portone
tra gli alberi di una corte
ci si mostrano i gialli dei limoni;
e il gelo dei cuore si sfa,
e in petto ci scrosciano
le loro canzoni
le trombe d’oro della solarità.